Tiky il mio grande amore se n’è andata il 30 giugno scorso e da allora io non sono più riuscita a scrivere qui 😢😢😢, ma questo è un progetto che avevo iniziato con lei al mio fianco e da lei ispirato, quindi è giusto riprenderlo e provare a farlo crescere.
Mi sembrava giusto ripartire dal suo inizio, dal nostro inizio, dal racconto del suo arrivo e dei nostri primi momenti insieme. L’avevo già raccontato questo inizio, alla fine del mio primo libro gattofilo “Tigro, diario di un gatto felv – Una piccola grande storia di amore”.
Lo riporto qui, come post, e spero di riuscire prima o poi a raccontare in un libro anche la storia di Tiky. Non le ho promesso nulla perché la mia testa e le mie forze non sono più le stesse di cinque anni fa quando scrissi il primo libro gattofilo. Le ho promesso un libro gattofilo a lei dedicato, quello si, ma senza prometterle la sua storia, perché non so se ne sarò in grado. Ma le promesse le mantengo sempre e prima o poi uscirà un altro libro dedicato alla mia Tiky!
Tiky, il dono più bello
(estratto dal libro Tigro – Diario di un gatto felv, una piccola GRANDE storia d’amore )
Luglio 2011- ……oggi (2015)
“Tigro se ne andò proprio nel periodo più impegnativo per una volontaria gattara, quello dei gattini abbandonati e delle cucciolate da allattare.
Ricevetti varie chiamate, ma proprio non me la sentivo, avevo sofferto e stavo soffrendo troppo, non volevo affrontare il rischio di altre perdite, di altro dolore, così passai tutte le richieste ad altre volontarie.
L’11 Luglio però ricevetti una chiamata disperata: ” Sono arrivati 3 gattini di solo 1 giorno di vita, sono stati gettati in
un bidone della spazzatura, due non ce l’hanno fatta… Ne è rimasto uno solo ma non ci sono volontari disponibili per allattarlo… Sei la sua unica speranza…”.
Un micino di un giorno, un’impresa impossibile, altro dolore garantito ma ero l’unica, debolissima speranza per quella vita, così accettai.
Andai a casa della volontaria che lo aveva tenuto per quella notte e mi trovai davanti ad un minuscolo batuffolino di pelo beige. Lo presi tra le mani, era così piccolo, così delicato, così
debole, il più piccolo gatto che mi fosse mai capitato. Lo avvolsi in una copertina di pile e lo portai a casa.
” E’ un criceto non un gatto!!!” esclamò Nadine quando lo vide strappandomi una sonora risata.
Non ridevo più così da quando Tigro se n’era andato.
Sistemammo il minimicio ( così lo chiamammo sul momento) in mansardina, in un trasportino riempito di maglioni di lana e chiesi a Tigro di aiutarmi a salvarlo e di proteggerlo.
Con micini così piccoli c’è una possibilità su mille di riuscire a salvarli, ma minimicio era pieno di voglia di vivere e combatteva caparbiamente per sopravvivere e forse, protetto da Tigro e dall’affetto degli amici della pagina, a cui era stato presentato, e che in lui vedevano un dono speciale che mi aveva mandato per farmi riprendere, il miracolo si sarebbe
compiuto.
Non volevo affezionarmi troppo a quel micino, probabilmente non c’è l’avrebbe fatta e comunque anche se così fosse stato
non sarebbe potuto rimanere con me perché Marco era stato categorico:”Nessun altro micio dopo Tigro!”.
Ma ogni giorno superato, ogni giorno in cui la vita vinceva -grazie alla sua forza e alla mia dedizione- il nostro legame si rafforzava
sempre più e con esso la convinzione che era stato proprio Tigro a mandarlo da me e che con me doveva rimanere.
Non è facile capire il sesso di micini così piccoli e -sarà stato perché inconsciamente lo consideravo una sorta di reincarnazione di Tigro- da quando era arrivato lo avevo
sempre considerato maschio ma intorno ai quindici giorni d’età iniziarono a sorgermi dei dubbi. Dopo qualche giorno ebbi la
certezza: minimicio era in realtà una femminuccia!
A fine Luglio, oltre il sesso, era chiaro anche che il miracolo si era compiuto, che minimicia aveva vinto …. ed era chiaro che con me sarebbe restata!
Iniziai a pensare ad un nome, doveva essere un nome speciale e doveva in qualche modo ricordare Tigro, il suo protettore.
Anche questa volta chiesi aiuto e suggerimenti agli amici della pagina. Furono moltissimi i nomi che mi suggerirono e molti altri quelli che mi vennero in mente ed alla fine scelsi TIKY!
Era l’unione tra Tigro e la parola lucky (fortunato) perché era stata mandata da Tigro ma a differenza di Tigro lei doveva essere più fortunata, inoltre il Tiki nella cultura polinesiana è una statua che si dice possegga al suo interno uno spirito protettore: non poteva esserci nome più adatto!
Tiky era adorabile e per alcuni aspetti mi ricordava molto Tigro: come lui amava dormire sul mio petto e, ogni tanto, accennava pure a qualche ciucciata del polso, proprio sul
tatuaggio dell’impronta di Tigro.
Allora ancora non potevo immaginare quanto Tiky avesse in comune con Tigro, ma non tardai a scoprirlo…
A sei mesi d’età Tiky un giorno, improvvisamente, iniziò a mostrare uno strano comportamento: era particolarmente nervosa, agitata, saltava come impazzita e roteava gli occhi in modo strano.
La portai subito dalla veterinaria che aveva seguito Tigro. Non riuscendo a trovare nulla che giustificasse quel comportamento pensò ad un sintomo neurologico e propose di effettuare il test fiv e felv, poiché spesso le malattie infettive procurano problemi neurologici.
Non poteva essere, non doveva essere, avevo pagato un conto già troppo caro alla maledetta felv!
Tiky fu bravissima a farsi prelevare il sangue, la veterinaria portò il campione in ambulatorio e ci disse di aspettare.
Accarezzavo Tiky pregando Tigro di proteggerla ancora una volta.
Non poteva essere sopravvissuta contro ogni aspettativa per arrivare a questo!
Dopo dieci minuti entrarono nella stanza tutti e tre i veterinari
dell’ambulatorio che conoscevano la storia di Tigro e dalle loro facce capii subito che non vi erano buone notizie.
Mi ritrovai a sperare in una positività alla fiv che almeno dava una prospettiva di vita quasi normale.
” Ci dispiace Sabrina, sappiamo quello che hai passato e sofferto con Tigro ma anche Tiky risulta positiva alla felv!”.
Un altro strappo al cuore, un dolore immenso, insopportabile.
Non di nuovo, non a Tiky. Perché?
Già rivivevo con la mente lo stesso percorso, la stessa sofferenza. Non riuscivo a darmi pace.
“Non può essere! Non è giusto !” sussurrai mentre le lacrime presero ad uscire incontrollabili e silenziose.
In quello stesso istante decisi che con Tiky avrei fatto di testa mia, avrei seguito il mio cuore, non la fredda logica dei veterinari.
” Voglio iniziare subito la terapia con l’interferone felino!” esclamai.
” Ma è asintomatica, i valori vanno bene, forse è meglio aspettare…!” esordì uno dei veterinari.
“No! Con Tigro abbiamo aspettato e poi è stato troppo tardi! Con lei voglio iniziare subito, ho un farmaco prezioso che sta per scadere e che potrebbe essere l’unica arma che abbiamo…
Non starò mai più ferma ad aspettare! Ma questa è un altra storia…”
Una storia lunga 9 anni, più di quanto avrei mai sperato quel giorno. Una storia d’amore che è stata la più intensa di tutta la mia vita, perché nessuno è mai riuscito a farmi sentire amata così come mi faceva sentire Tiky. Una storia di amore puro ed incondizionato fino all’ultimo respiro. Una storia che spero presto di avere la forza di raccontare , ma per ora la ferita è troppo fresca ed il dolore troppo intenso.
Ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre dolcissima mia Tiky ❤️❤️❤️
Tiky il dono più bello è un racconto estratto dal libro “Tigro – Diario di un gatto felv, una piccola GRANDE storia d’amore”, potete trovare un altro estratto nell’articolo “Lettera di una bambina al suo gatto volato in cielo“ oppure potete cliccare sul pulsante qui sotto per aquistare il libro su Amazon:
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