“Pronto, pronto, qualcuno mi sente? Pronto, chiamo dalla residenza celestiale per gatti sulla stella Felix, pronto! “. “Si, pronto, la sento, qui è la redazione del blog “Diario di un gatto felv”, mi dica”. “Oh! per tutti i gatti del firmamento, ci sono riuscita! Io avrei una storia da raccontare ai vostri lettori, in particolare ad una lettrice, per me, molto speciale”. ……….E la storia arrivò…… da quella stella lontana che ospita tutti i mici che lasciano la terra.
Ciao a tutti, sono (o meglio ero) Fuzzy, una gatta di tredici anni, tutta nera come una pantera. Sono nata nell’estate del 1986 in un casolare di campagna. Dopo poche settimane dalla nascita, fui allontanata dalla mia mamma e abbandonata nel parco di un ospedale. Mi ritrovai in un luogo sconosciuto, sola ed impaurita; miagolavo disperatamente chiedendo aiuto ma nessuno veniva in mio soccorso.
Non saprei dire per quanto tempo vagai senza meta in quel grande parco. Ad un certo punto mi ritrovai in un cortile circondato da muri alti con tante finestre; ero esausta, affamata e sentivo che non avrei resistito a lungo. Con un ultimo grande sforzo miagolai con tutto il fiato che mi rimaneva …….. e finalmente qualcosa accadde.
Si aprì una finestra e si affacciò una ragazza, mi vide e, in men che non si dica, era vicino a me e un attimo dopo ero tra le sue braccia. Mi teneva stretta, mi accarezzava e mi sussurrava parole dolci. Mi sentii finalmente protetta e al sicuro ma, il trauma dell’abbandono, purtroppo aveva già segnato per sempre il mio carattere.
Alla fine del suo turno di servizio non ci pensò un attimo a mettermi in un trasportino di fortuna, ricavato da una scatola di cartone, e portarmi a casa con lei. Il viaggio anche se breve mi sembrò interminabile e riportò alla mia mente il terrore dell’abbandono subito da poco. Così, appena arrivata in quella che sarebbe stata per tanti anni la mia casa, mi comportai subito malissimo. Corsi per tutte le stanze come una pazza e lasciai un ricordino spiacevole sul tavolo di cucina!
La mia nuova mamma, però, mi perdonò subito e negli anni seguenti lo fece tantissime altra volte; anche quando graffiai poltrone, divani e tende mi perdonò sempre. Cosi il tempo passò e, grazie a lei, divenni una bellissima gatta dal pelo nero e lucente, con grandi occhi color dell’oro antico. Non riuscii mai, però,causa il mio carattere poco socievole, a dimostrarle tutta la riconoscenza e l’amore che provavo per lei, cosa di cui mi sono molto pentita in seguito e che mi ha spinta a scrivere queste righe. Abbiamo vissuto insieme per tredici bellissimi anni sino a che, una malattia subdola e incurabile, mi costrinse a lasciarla pochi giorni prima del Natale 1999, esattamente il giorno 22.
La mia mamma non riusciva a darsi pace, la mia mancanza la faceva soffrire tantissimo, era disperata per non essere riuscita a farmi curare (anche se il veterinario le diceva che non si sarebbe potuto fare nulla) e continuò a disperarsi per molto tempo. Passarono tre anni prima che riuscisse a pensare di poter adottare un’altra gattina, non voleva mancarmi di rispetto!
Finalmente, nell’autunno del 2002 sono riuscita a fare in modo che incontrasse Camilla, una bella micetta bianca e tigrata, molto socievole ed affettuosa, proprio come la desideravo per lei. Fui molto felice quando l’adottò e per nulla gelosa. Pensate che sono passati molti anni ed ancora, in casa, ci sono le mie foto vicino a quelle di Camilla e spesso sento di essere nei suoi pensieri; lei dice che la frase “il primo amore non si scorda mai” vale per tante occasioni.
Ecco, questa è la mia, anzi, la nostra storia, un piccolo omaggio ad una persona, per me, molto speciale che mia ha amata e che continua a farlo.
Un bacio. Fuzzy
Testo di © Antonella Borghesi, riproduzione vietata senza citare la fonte.
Qui potete leggere la storia di Camilla, la sorellina di Fuzzy:
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