“Sforzatevi di capire i gatti e capirete anche le donne!” proverbio orientale.
Tra i gatti e le donne esiste da sempre un feeling speciale, un connubio magico che non ha eguali con altri animali. I gatti sono infatti le creature predilette della maggior parte delle donne e dal canto loro anche i gatti sembrano prediligere di gran lunga il gentil sesso. Donne sono le così dette “gattare” che si occupano di sfamare i randagi per strada, donne sono solitamente le allevatrici di gatti ed è proprio la donna in genere ad aprire per prima le porte della propria casa ad un gatto.
I gatti e le donne: un magico sodalizio sin dall’antichità
Questo magico rapporto non sfuggì agli Egizi che per primi accolsero il gatto nelle loro dimore considerandolo un animale sacro e che raffigurarono Bastet, una delle loro più importanti dee, proprio con il corpo di donna e la testa di gatto. La stessa regina Cleopatra adorava queste straordinarie creature e si narra che si truccasse gli occhi con il kajal proprio per avere lo stesso sguardo ammaliante della sua gatta.
Anche in molte altre culture il gatto è spesso unito alla donna e lo ritroviamo rappresentato accanto a divinità femminili, per esempio la dea nordica Freya viene raffigurata su di un carro trainato da 4 splendidi gatti grigi.
Ma il magico sodalizio tra le donne ed i gatti ha conosciuto purtroppo anche periodi molto bui. Nel 400 infatti le donne che accudivano i gatti, considerati incarnazione del diavolo (e non solo quelli neri), venivano perseguitate e spesso uccise in maniera brutale.
Quando sul finire del 1400 Papa Innocenzo VIII istituì la caccia alle streghe, anche solo dare da mangiare ad un gatto era considerata stregoneria, e spesso donne e gatti venivano sacrificati insieme in modi atroci.
Per fortuna però molte donne, soprattutto nelle campagne, non si lasciarono intimorire e continuarono a sfamare i gatti, ad accudirli e rispettarli ben consapevoli dell’utilità che queste straordinarie creature avevano nella quotidiana lotta contro i topi.
Ma perché questo particolare rapporto?
Alcuni zoologi hanno cercato di spiegarne le motivazioni, e tra questi Desmon ha esposto una particolare ipotesi: secondo lo studioso i gatti preferiscono le donne perché trovano la loro voce, acuta, e quindi più simile a quella di un felino e più piacevole da ascoltare rispetto a quella degli uomini. Per questo accorrerebbero più facilmente al richiamo della donna che non a quello dell’uomo.
Altre ricerche invece hanno dimostrato che mentre le donne si avvicinano al gatto accucciandosi e quindi ponendosi al suo stesso livello, mettendolo così a proprio agio, gli uomini tendono a chinarsi su di lui, sovrastandolo, atteggiamento che incute nel gatto un senso di timore.
Una recente ricerca dell’Università di Vienna ha rivelato che non solo i gatti, qualunque sia il loro sesso, preferiscono relazionarsi con le donne -a cui elargiscono fusa e miagolii e con cui cercano contatto fisico molto più che con gli uomini- ma che addirittura riescono a “manipolarle” usando tecniche innate simili a quelle che un neonato usa con la mamma. Secondo questa ricerca i gatti riuscirebbero a modulare le loro fusa sulla stessa frequenza del pianto dei bambini, rendendole in questo modo irresistibili alle donne.
Gatti e donne, creature affini
Qualunque siano le motivazioni scientifiche, certo è che i gatti e le donne hanno moltissime caratteristiche comuni.
Come le donne i gatti hanno una personalità misteriosa, inafferrabile e volubile. Entrambi hanno occhi che vedono oltre il visibile e che sanno arrivare al cuore e alla mente e passano dalla più pacata dolcezza alla inspiegabile aggressività.
Forse sono state proprie queste affinità di spirito che hanno così fortemente legato gatti e donne e che continueranno a tenerli indissolubilmente uniti fino al finire dei tempi!
Concludo l’articolo con un pensiero che ho dedicato qualche tempo fa alla mia amata Tiky, con cui il feeling è stato così intenso da considerarla la mia anima destinata.
“Ci sono anime destinate le une alle altre al di là dello spazio e del tempo, al di là della razza, dell’etnia o della religione. Quando quelle anime si incontrano i loro occhi, fossero passati mille anni, si riconosceranno e da quel momento vedranno con un solo sguardo, ed i loro cuori vibreranno in un solo battito”.
Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata 
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